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Quagliozzi realizza il Calendario dell’ANFP 2023

Consolidando la tradizione di questi ultimi anni, che ha accolto numerosi consensi, anche per il 2023 l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia ha affidato all’artista Cristiano Quagliozzi la realizzazione del proprio calendario.
“Cristiano Quagliozzi è un artista poliedrico, disegnatore, pittore, ritrattista e scultore. Nasce a Roma nel 1983 e dopo essersi diplomato al liceo artistico consegue la laurea con lode presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Autore di numerose mostre e pubblicazioni colpisce in lui il senso poetico con il quale sviluppa il rapporto tra il volto umano e la sua identità.
Proprio l’identità è l’elemento caratterizzante che si è voluto privilegiare nel lavoro commissionato all’Artista. Identità intesa come espressione di un insieme unitario e coeso fatto di uomini e donne dove ogni componente è la potenza dell’altro; un organismo che si riconosce nei valori e negli obbiettivi della Polizia di Stato e che persegue con orgoglio il bene dei cittadini e del Paese.
Le 12 tavole che illustrano il calendario, ripropongono l’immagine del nostro lavoro sia nella quotidianità operativa sia in aspetti meno rappresentati ma non per questo meno significativi, come ad esempio “la banda della Polizia di Stato” che con la sua potenza e armonia esalta il senso identitario della nostra Istituzione. Ed ancora l’immagine “madre e figlia” che racchiude l’intima dolcezza del rapporto materno, delle donne della Polizia di Stato, forti ma sempre umane. Non da ultimo “Funzionari di Polizia che sfilano”, a rappresentare efficacemente la vocazione di Polizia civile al servizio dello Stato e dei cittadini.
Tutte le opere nel loro insieme hanno l’ambizione di esprimere, ognuna con un aspetto diverso, il concetto consapevole e orgoglioso di essere parte di un tutto: la Polizia di Stato.”

Ringrazio di cuore l’artista Giorgio Bisanti per avermi segnalato per questa commissione e l’Associazione Nazionale dei Funzionari di Polizia per avermi affidato il privilegio e la responsabilità di questa commissione.
L’insieme di queste opere voglio dedicarle come ringraziamento a tutti i componenti delle forze dell’ordine del nostro Stato, che garantiscono ogni giorno sicurezza e tranquillità a noi cittadini.
Di seguito una selezione di disegni contenuti nel calendario ANFP 2023


Cristiano Quagliozzi

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“Andirivieni” tra le opere finaliste del Premio Apollo Dionisiaco

Domenica 22 Ottobre 2022, presso la Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio, a Roma, si è tenuta la mostra collettiva in occasione della nona edizione del Premio Internazionale di Poesia e Arte Contemporanea Apollo dionisiaco. Una splendida giornata all’insegna della poesia e dell’arte. Durante la cerimonia di premiazione sono state lette le poesie dei poeti partecipanti ed esposte le opere degli artisti tra cui la mia opera “Andirivieni”.
A tutti i partecipanti al concorso sono stati consegnati gli attestati di partecipazione e di riconoscimento al merito, e la critica semiotica ed estetica dell’opera presentata scritta dalla Professoressa Fulvia Minetti.
Vincitori del concorso della sezione poesia: Franco De Luca (primo Premio), Valerio Di Paolo (secondo premio) e Veronica Manghesi (terzo premio). Nella sezione arte sono stati premiati: Benito Maglitto (primo premio), Stefania Fienili (secondo premio) e Simone Tumiati (terzo premio)
Sull’opera “Andirivieni” da professoressa Fulvia Minetti ha scritto “fra l’andare della coscienza e il ritorno dell’inconscio, gli oli onirici del Quagliozzi sono la visione immaginaria delle forze, che muovono l’uomo fra esistere ed essere. La sedia ha la valenza della maschera, della funzione fenomenica del mettersi in scena, la sedia è la lettera “A” del luogo alfabetico, del ruolo di assegnazione di un’identità sociale. È questa la dimensione ritualmente distrutta dal rimosso che ritorna, dal principio di piacere, per lo smarrimento della forma cosciente, per il superamento dell’apparenza. L’essere, oltre la norma sociale, è ricondotto all’essenza istintuale, alla magmatica apertura, che soggiace a ciò che è brevemente elevato in luce. L’apparenza è sottoposta alla provocazione paradossale dell’artista, a rimettere in discussione le effimere vittorie dei punti di vista.”

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L’arte del ritratto

Ritratto di mia madre Stefania. Matita su carta. Roma 2021
Ritratto di mia madre Stefania. Matita su carta. Roma 2021

Il ritratto è stato da sempre un genere che mi ha affascinato. Già da bambino non perdevo occasione per ritrarre i soggetti più a portata di mano: me stesso, mio fratello, mio padre e soprattutto mia madre (accanto in un ritratto abbastanza recente). Per quanto i loro volti nel periodo dell’infanzia mi venissero un po’ sproporzionati, mi affascinava il riuscire a scorgere in questi disegni, non solo un po’ di somiglianza, ma soprattutto qualcosa del loro carattere.
Con gli anni si è arricchito il ventaglio dei miei soggetti, dai compagni di scuola agli amici che frequentavo.
Uno dei divertimenti era anche cercare di ritrarre le persone attraverso il ricordo, in questo esercizio era interessante vedere come mi risultasse molto più facile ritrarre le persone con cui avevo passato più tempo e che conoscevo meglio.
Oppure mi divertiva inventare ritratti, senza un soggetto, e stupirmi nel vedere che veniva fuori un volto con le sue caratteristiche come ad esempio quelli nella galleria di immagini che segue:

“Il volto di un uomo è la sua autobiografia. Il volto di una donna è la sua opera di fantasia.” (Oscar Wilde)

Con gli studi artistici, i ritratti divennero più proporzionati, e, con la pratica, sempre meno “bruttini”, fino a raggiungere una certa facilità e capacità di esprimermi in questo genere, con diverse tecniche: dalla matita e la penna, al carboncino, l’acquarello e la pittura ad acrilico o a olio.
Fu durante gli anni accademici che feci i miei primi ritratti su tela (supporto su cui non avevo mai dipinto prima), tra i miei preferiti di questo periodo sono quelli del miei compagni di studi e amici Adriano, che mangia un ghiacciolo; e Cosimo, che disegna nell’aula di anatomia … e il mio autoritratto.

“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi se lo ricordano)” (Antoine de Saint-Exupéry)

La vera e propria passione per questo genere mi conquistò intorno al 2012, verso i trent’anni. Invitai numerosi amici a farsi ritrarre in dei quadri a olio su tela. Con la pratica raggiunsi molta libertà espressiva, fino a focalizzarmi più sull’esperienza che sulla tecnica. Mi piaceva infatti che in questi ritratti venisse fuori, più che altro, la relazione con il soggetto, scoprendo quello che rappresenta un ritratto per me: non semplicemente un disegno che vuole somigliare al soggetto, ma un vero e proprio incontro tra persone in un momento della loro vita: il pittore e il modello.

“Niente al mondo può essere paragonato al volto umano. E’ una terra che non ci si stanca mai di esplorare. Non c’è esperienza più grande in uno studio di quella di testimoniare l’espressione di un volto sensibile al misterioso potere dell’ispirazione per vederla animarsi da dentro e poterla trasformare in poesia” (Carl Theodor Dreyer)

A secondo dell’incontro la pittura diventava più pacata o più gestuale, più definita o sintetica. Parte di questi ritratti furono esposti in diversi eventi, come ad esempio la mia mostra personale “Le Madri, tra Oriente e Occidente”, presso l’Ufficio Culturale e Scientifico dell’Ambasciata Araba di Egitto a Roma.

mostra personale "LE MADRI: tra Oriente e Occidente" Ufficio Culturale e Scientifico dell'Ambasciata della Repubblica Araba d'Egitto
Locandina della mostra “Le madri, da Oriente a Occidente”

“Il viso di un essere umano, di regola, dice cose più interessanti di quelle che dice la sua bocca: poiché il viso è il compendio di tutto ciò che la bocca possa mai dire.” (Arthur Schopenhauer)

In questa occasione il giovane curatore e critico Tiziano Tancredi ha scritto:
“Nel greco antico tutte le parole che si riferiscano a piante hanno genere femminile, come a volerne sottolineare in potenza ed in atto la predestinazione naturale affidata loro nella facoltà di procreare.
I ritratti femminili di Cristiano Quagliozzi, tutti realizzati dal vivo a partire da modelle, amiche, conoscenti, allo stesso modo germogliano, emergendo dalla tela, in quella vividi ma velata consapevolezza di future ramificazioni. I dipinti rappresentano una gravosità e una serietà nelle fattezze femminili espresse, che si traduce in un linguaggio pittorico che non riproduce minuziosamente la figura in toto in una definizione realistica di ogni particolare. Da una maggiore indeterminatezza a partire dall’esterno che si esprime in un trattamento dei capelli visibilmente composti da pennellate spesse, infatti chiara è l’intenzione di focalizzarsi sul viso (l’artista indugia raramente in tagli d’immagine che scendano sotto il collo), sui tratti fisiognomici e quindi psicologici della donna. Esemplare il caso di “Valentina”, dove dagli indistinti confini di un intenso ma anche esso indefinito nero perché intaccato da tinte rossastre, affiora il volto plumbeo, sardonico ma al contempo cortese verso lo spettatore. Quella stessa cortesia e delicatezza è espressa nel tenero ripiegarsi su sé stessa dello sguardo di “Ester”, in cui allo stesso modo dominano le tonalità del grigio. Tecnicamente gli esiti di tale pittura sono diversificati: se da un lato si predilige una stesura del colore di tipo più tradizionale mediante l’utilizzo di olio su tela, dall’altro si vira verso un più marcato espressionismo reso con l’acrilico. Questo procedimento si può cogliere in un ritratto più vivacemente policromatico di Fabiola Prato in arte “Nazrit”, compagna di alcune performance dell’artista. In mostra dunque Cristiano Quagliozzi esplorando infinite fisionomie, tratti somatici, e quindi infinite culture, formae mentis provenienti dai più lontani luoghi della terra, in un ideale dialogo trasversale tra Oriente ed Occidente, afferma la condizione universale che le accomuna tutte: quella di donne e di potenziali madri.”

mostra personale "LE MADRI: tra Oriente e Occidente" ancora in corso presso l'Ufficio Culturale e Scientifico dell'Ambasciata della Repubblica Araba d'Egitto sita in via delle Terme di Traiano, Roma. 2014
Presentazione della mostra personale “LE MADRI: tra Oriente e Occidente” tenutasi presso l’Ufficio Culturale e Scientifico dell’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto sita in via delle Terme di Traiano, Roma. 2014 . Nella foto da sinistra: il critico Tiziano Tancredi, Damiana Ardito, Cristiano Quagliozzi eIl Direttore dell’Ufficio Culturale e Scientifico Egiziano, Prof. Abdelrazek Fawky

Con gli anni ho ricevuto diverse commissioni di ritratti, attraverso le quali mi sono accorto che il ritratto, oltre al valore dell’esperienza artistica, ha anche un altro valore altrettanto rilevante, anzi molto più importante per chi ne fa richiesta. Mi sono accorto che le persone che chiedono un ritratto, confidano sul fatto che un oggetto artistico renda concreta la memoria di un volto nel tempo, o di una ricorrenza di un momento importante.
La pittura diventa un medium il cui intento è celebrare contenuti significativi, come il viso della persona amata o la tenerezza del volto di un bambino, o il ricordo di una persona che si vuole sentire vicino e di cui si vuole tramandare la memoria.
Nei ritratti di coppia si ha la possibilità di rendere eterna l’immagine di un amore, o di una grande amicizia, ma anche di un rapporto tra soci che condividono un’impresa.
I ritratti di gruppo possono essere un documento di una relazione che si consolida nel tempo o la memoria di una famiglia in un evento importante, come un matrimonio o una nascita; il modo per una squadra sportiva per celebrare una vittoria; oppure per i componenti di un’azienda per confermare unione di intenti.
Inoltre un ritratto è uno dei regali più belli che si può donare nelle occasioni più importanti, alle persone amate e agli affetti più vicini.
Il punto di riferimento di questi ritratti è spesso una fotografia, preferibilmente scattata ma me, oppure scelta da un certo numero se non è possibile incontrare il modello.
Di seguito qualche ritratto su commissione:

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“Immobile” una canzone contro la guerra.

Nel 2013 ho avuto modo di conoscere la musica di Gianluca Secco Voce in un festival. Come tutti quelli che hanno avuto la fortuna di assistere a un suo concerto, sono rimasto impressionato dall’energia della sua voce profonda, la sua fisicità teatrale e i suoi testi che rievocano un mondo Kafkiano, concretizzato in un inaspettato utilizzo della pantomima. Le sue sono storie quotidiane di cui è lui stesso il narratore e interprete. I suoi personaggi sono animati in un mondo fatto di situazioni quotidiane spesso grottesche, che stimolano riflessioni sulla società e le sue contraddizioni.
La mia conoscenza di questo grande cantautore coincise con il periodo in cui stavo organizzando la rassegna Pagine Aperte, ispirata dal libro “Quando gli uomini non avevano le ali” a cui lo invitai a partecipare, invito che lui accettò con grande generosità.
Nel tempo non sono mancate occasioni di incontrarci in varie rassegne e festival, anche perché ormai ero divenuto un suo fan, e non perdevo occasione di assistere ai suoi concerti quando suonava nella mia città.

Gianluca Secco Voce
Gianluca Secco Voce nella rassegna Pagine Aperte. Galleria 291 Est. Roma 1 Marzo 2014

Ci si può immaginare quanto mi rese felice la telefonata che mi fece un giorno Gianluca, proponendomi di realizzare la copertina del suo disco/libro “Immobile”, inutile aggiungere che non esitai ad accettare.
Gran parte dei testi già li conoscevo, ma fui soprattutto colpito dal brano “Immobile” da cui mi ispirai per realizzare il disegno di copertina. Mi fu riferito solo in un secondo momento che era anche la canzone che dava il titolo al disco, perché Gianluca non voleva condizionarmi nell’ispirazione.

Cristiano Quagliozzi “Immobile”, inchiostro su Carta. Roma 2014 cm 35 x 27. 744 euro
Cristiano Quagliozzi “Immobile”, inchiostro su carta. Roma 2014 cm 35 x 27.

A distanza di pochi anni questo brano musicale colpisce per la sua attualità, infatti dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la percezione della guerra non è più una lontana anacronistica questione appartenente a mondi culturalmente – e geograficamente – lontani e alla narrazione giornalistica, ma qualcosa che si avverte come vicino, come un evento possibile.
É spaventoso vedere come le immagini di città bombardate, anche se appartenenti a nazioni lontane con culture totalmente diverse, non solo si assomiglino ma si rivelino praticamente identiche, il grigio della polvere rende tutto monocromo, dalle carcasse di automobili, agli oggetti più disparati, catapultati da chissà dove, ai palazzi sventrati dalle bombe.
L’omicidio di un altro essere umano è un atto vile, un’insulto alla vita, sia che accada in un paese in pace che su un campo di battaglia. Quello che colpisce di più di questo brano è la critica ai valori enunciati dalla propaganda “Nazionalista”, per motivare la popolazione verso l’eroico omicidio/suicidio, spingendolo a sparare verso il proprio nemico, per il quale si è nemico per provenienza, perché il caso ha voluto che si nascesse dall’altra parte di un confine. Confine che si sfalda nel tempo futuro di giovanissime generazioni, alle quali non rimane altro che “una bandiera su cui sputare”
Non mi resta che aggiungere un Grazie a Gianluca, e a tutti gli artisti che come lui non si arrendono all’ignoranza del potere e alla superficialità dell’iperproduzione dell’industria culturale, consigliando l’ascolto del suo brano, nel link di seguito

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Invenzione

Nella nicchia di un ricordo ho nascosto il mio giovane volto
per proteggerlo dalla sua stessa natura di carne.
L’ho scolpito nel marmo per non farlo invecchiare,
e poter contemplare come si fa con le lapidi
quel giovane amante che odora di bosco,
la cui forma matura e cambia negli anni,
sbiadisce in un cielo abbozzato,
che non vuole essere più vero
di un sipario di plastica,
di un frutto dimenticato,
di uno sguardo furtivo,
di un pensiero incerto.
Datemi ancora un secondo! Solo uno!
Per poter ancora cantare le sue tormentate prodezze!

Cristiano Quagliozzi

Invenzione, Olio su tela cm 70 x 50. Roma 2021
Cristiano Quagliozzi. Invenzione, Olio su tela cm 70 x 50. Roma 2021
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Sovrappensiero

Vagavo sulle rive dei miei pensieri,
volteggiavo tra rotondità voluminose
riflesse in uno specchio infinito,
sola la mia anima
si muoveva dentro se stessa,
nell’inconsapevole lago in cui tutto galleggia.
Le colline sinuose accarezzavano fluttui lontani
e d’improvviso un tremito estraneo mi ha sorpresa
nuda!
Ciò che era rotondo e morbido d’improvviso si è rivelato
energico e pieno di vitalità.
La mia testa non era più figlia del lago,
spazio vuoto tra le nuvole,
ma involucro terrestre.
Raccolta ancora nei miei sensi, scoprivo quell’attimo di me
del ridestarmi.
Sdraiati con me,
godiamo di questa brezza ancora per un po’,
prima che la concretezza del quotidiano ci separi di nuovo,
e io resti ancora qui ad aspettarti.

Cristiano Quagliozzi

Spvrappensiero
Sovrappensiero: Autore : Cristiano Quagliozzi – Tecnica: pigmenti emulsionati per la pittura a olio su tela preparata artigianalmente dall’autore.- Dimensioni: cm 80 x 70 – Anno di realizzazione: 2021 – Opera unica.

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