Descrizione
La pittura “en plein air”, ovvero la pratica di dipingere quadri all’aperto, ricorre dal tempo dei pittori della Scuola di Barbizon nella Francia della metà del XIX secolo.
A questi pittori, più che la resa romantica del sentimento nei confronti della natura, interessava soprattutto “la ricerca di un’autenticità e di un’ispirazione sincera, uno stato di umiltà di fronte alle infinite suggestioni offerte dal creato”. Gli artisti che maggiormente influenzarono questo movimento furono John Constable, Jean-François Millet e Jean-Baptiste Camille Corot,
Era una pratica diffusa, eseguire schizzi del paesaggio e dei suoi soggetti dal vero per poi dipingere le opere definitive in studio. Infatti prima dell’invenzione del tubo di stagno diffuso al giorno d’oggi, i pittori acquistarono i loro colori sotto forma di pigmento macinato per emulsionarli con l’olio, la chiara d’uovo, colle animali o altri medium.
Il “tubetto” ampiamente commercializzato dai mercanti di colori Winsor Newton nel 1841 e l’invenzione di un cavalletto portatile leggero, diedero la possibilità agli artisti di dipingere direttamente l’opera definitiva all’aperto e dal vero, catturando così la luce sul momento senza doverla reinventare in studio, dando così la possibilità all’artista di catturare l’impressione del momento, da cui deriva appunto il nome della corrente pittorica “l’impressionismo”, di cui fecero parte Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir e Camille Pissarro e molti altri.